Il 5 Aprile la lista per Finale organizza un evento OST – Open Space Technology- si tratta di una metodologia innovativa in cui non sono previsti programmi predefiniti.
Sono gli stessi partecipanti che, seguendo poche e semplici regole, indicano gli argomenti da discutere e organizzare i lavori. Nel corso dell’ OST i partecipanti risponderanno insieme ad una domanda: “Finale Ligure città per giovani: da dove cominciamo?”
L’attenzione non è focalizzata sulle ideologie o sulle singole persone, ma sulla condivisione degli obiettivi e delle idee: se io ti do una mela e tu mi dai un’arancia, alla fine ognuno si troverà con una cosa sola; ma sei io ti do un’idea e tu mi dai un’idea, alla fine ognuno si troverà con due idee. L’Open Space Technology è congegnata in modo tale che i protagonisti finali della sessione di lavoro (se così si può definire) sono rappresentati esclusivamente da una o più buone idee, che costituiscono il frutto dell’intelligenza e della creatività collettive. Ogni tentativo di strumentalizzazione personale è destinato ad avvizzire spontaneamente in quanto tutti i partecipanti sono posti sullo stesso piano e godono di uguale importanza e responsabilità.
…….siete pronti a stupirvi? Allora vi aspettiamo.
Se volete saperne di più sull OST.
Quando e perché utilizzarla?
L’Open Space funziona al meglio quando si affrontare qualcosa di complesso, con persone diverse che hanno idee e punti di vista differenti, c’è molta voglia di trovare delle soluzioni (e dunque rischio di potenziali conflitti), e “ieri” era il momento di decidere ed agire. In altre parole quando si deve coniugare caos e creatività.
Principi
Il lavoro si basa su quattro “principi” ed una sola “legge”. I quattro principi sono:
- Chiunque venga è la persona giusta: le decisioni che vengono prese durante il lavoro sono opera di coloro che sono presenti. Non serve quindi pensare a chi sarebbe potuto intervenire o chi avremmo dovuto invitare, è molto più utile concentrarsi su quelli che ci sono. La partecipazione all’Open Space Technology è volontaria, infatti solo solo chi ha davvero a cuore il tema in discussione si impegnerà a fondo, sia nell’affrontarlo che nelle fasi di implementazione del progetto.
- Qualsiasi cosa accada è l’unica che possiamo avere: in una particolare situazione, con determinate persone e discutendo di un certo tema, il risultato che si otterrà è l’unico risultato possibile. Le sinergie e gli effetti che possono nascere dall’incontro di quelle persone sono imprevedibili ed irripetibili, per questo chi conduce un Open Space Technology deve rinunciare ad avere il controllo della situazione: tentare di imporre un risultato o un programma di lavoro è controproducente. Chi facilita un convegno Open Space deve avere totale fiducia nelle capacità del gruppo.
- Quando comincia è il momento giusto: l’aspetto creativo del metodo. È chiaro che dovranno esserci un inizio ed una fine, ma i processi di apprendimento creativo che avvengono all’interno del gruppo non possono seguire uno schema temporale predefinito. Decidere ad esempio di fare una pausa ad un certo orario può impedire ad un dialogo di avere termine, perdendo così informazioni o idee fondamentali alla realizzazione del progetto.
- Quando è finita è finita: se certe volte serve più tempo di quello previsto, altre accade il contrario. Se ad esempio si hanno a disposizione due ore per trattare un certo argomento, ma la discussione si esaurisce più velocemente del previsto, è inutile continuare a ripetersi, molto meglio dedicare il nostro tempo ad altro.
Mentre l’unica legge che regola l’Open Space Technology è la legge dei due piedi.
Un nome tanto curioso si deve al fatto che vuole ricordare che tutti hanno due piedi e devono essere pronti ad usarli. Se una persona si trova a conversare di un argomento e non ritiene di poter essere utile, oppure non è interessata, è molto meglio che si alzi e si sposti (su due piedi, per l’appunto) in un altro gruppo dove può essere più utile. Questo atteggiamento non va interpretato come una mancanza di educazione, ma come un modo per migliorare la qualità del lavoro.