Arma delle Manie: un’occasione sprecata

L’Arma delle Manie è la più grande caverna del Finalese. Al suo interno, oltre all’importante area degli scavi archeologici ( ormai fermi da molti anni-foto), una volta si potevano osservare anche tracce interessanti della civiltà contadina (vecchie macine, un antico frantoio, ecc.). Tutto oggi è in completo disfacimento.

Gli scavi, ora sospesi, rivelarono in quell’antro la presenza dell’ “Homo erectus” e dell’ “Uomo di Neanderthal”. I materiali litici del Paleolitico superiore si sommarono a quelli dei focolari del Paleolitico medio. Interessanti anche i ritrovamenti riguardanti un’antica fauna: i resti di cervo indicano un ambiente forestale molto esteso, mentre quelli di stambecco e marmotta segnano i periodi più freddi.

Il Museo Archeologico del Finale espone e spiega in modo completo l’importanza internazionale di questi ritrovamenti.

L’Arma delle Manie, tra le caverne finalesi, è quella più facilmente raggiungibile e visitabile; peccato non disponga di segnaletica appropriata ed in loco l’unico cartello che ne illustra l’importanza è praticamente invisibile. Inoltre l’area è stata poi oggetto di alcuni interventi discutibili.

E’ un peccato che la nuova Associazione “Tre Terre”, pur individuando nell’altopiano delle Manie uno dei punti di forza per un rilancio del turismo culturale, insieme a Varigotti e Noli, non abbia segnalato lo stato di abbandono e degrado di un sito considerato da tutti di grande valore. Un “Geo-Archeo-Park” potrebbe valorizzare l’insieme delle numerose grotte presenti nel Finalese.

Pochi mesi fa il Prof. Filippo Maria Gambari, già soprintendente per i Beni Archeologici della Liguria, parlava di “un ambizioso progetto che potrebbe costituire un grande Parco Archeologico “a rete”. Un sistema organico integrato di siti capace di legare insieme nella gestione e valorizzazione le numerose grotte con deposito archeologico di proprietà demaniale, pur in un’organizzazione discontinua di piccole aree, d’intesa con Enti Locali. Il Museo Archeologico del Finale diventerebbe così, sul piano didattico-informativo, l’agile centro di un Museo diffuso”.

In un momento di difficoltà generale è necessario individuare nuove opportunità di promozione e sviluppo anche per il settore del turismo. Il turismo culturale-ambientale ha dimostrato di poter dare lavoro in tutto l’arco dell’anno, la dove è stato organizzato in modo intelligente. Questo può accadere anche nel Finalese, date le grandi potenzialità del suo territorio.

 

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