Osservazioni dei VERDI finalesi al progetto di trasformazione delle ex cave Ghigliazza

  • Il progetto prevede sbancamenti per 780.000 mc., di cui 400.000 di Pietra di Finale. Questa operazione, di fatto, si presenta come una riapertura dell’ attività di cava, ormai preclusa da anni per intervento della stessa Regione Liguria.
    Risulta inoltre sorprendente la richiesta di destinare al mercato delle costruzioni 200.000 mc di materiale estratto, prevedendo l’utilizzo di materiali importati dall’esterno della cava per i necessari riempimenti – a ulteriore conferma della volontà di riaprire di fatto un’attività di cava, che viene, tra l’altro confermata dall’utilizzo di mine progressivamente disposte ai margini del previsto scavo.
    Dal contesto si deduce la possibilità di immettere sul mercato tutto il materiale pregiato di cava (prezzo di mercato circa 40 euro per mc) “a fronte dell’importazione, per i riempimenti, di materiali di qualità più scadente prodotti altrove”.

  • Risultano ancora incompiuti gli atti relativi alla Sentenza pronunciata dal Tribunale per il contenzioso aperto dal Comune di Finale Ligure in seguito alla distruzione della Strada Napoleonica, come conseguenza dei lavori di cava. Lavori che, in passato, hanno provocato inoltre danni non calcolabili all’importantissima Caverna delle Arene Candide.

  • La messa in sicurezza del “fronte cava” dovrebbe esser stata già effettuata in forza dell’impegno assunto a suo tempo dai responsabili della cava stessa con garanzia di fideiussione bancaria.

  • Dalla documentazione del progetto risulta un superamento dei parametri relativi all’inquinamento di tutta l’area sede di attività industriale, con richiesta di attivazione del procedimento art. 242 DL 152/6, essendo prevista una destinazione di detta area ad uso residenziale. I campioni presentano superi preoccupanti rispetto alle seguenti sostanze: idrocarburi, arsenico, benzopirene, benzoantracene, benzofluorantene, ecc. ecc.                                                                                                                                                            Per tali motivi – prima di qualsiasi intervento – l’ area richiederà una radicale opera di bonifica;
  • Le risorse idriche previste per soddisfare le necessità di 306 alloggi e di un albergo con 158 posti letto per 474 residenti e 790 fluttuanti vengono indicate in 67.000 mc/anno, facendo ricadere su un piano provinciale il reperimento di tali enormi quantità di acqua. Si sottolinea le difficoltà di Finale Ligure e dei Comuni confinanti a soddisfare tale esigenze, tenendo peraltro conto che il Comune di Finale Ligure dovrà soddisfare anche le richieste per l’enorme intervento residenziale sull’Area Piaggio.
  • Dovrà essere chiarito a chi farà carico la costruzione dei nuovi pozzi tenuto conto che l’Ufficio Tecnico Comunale ha già formalizzato serie riserve su tale problema per evidenti difficoltà tecniche ed economiche.
    Il pozzo in concessione ex Ghigliazza, ubicato vicino allo svincolo Piaggio, della portata di 5 l/sec. – segnalato come possibile fonte idrica – non fornisce le necessarie garanzie di salubrità, tenuto conto che i terreni confinanti, sui quali si è sviluppata un secolo di attività industriale, sono stati dichiarati fortemente inquinati e oggetto di studio per le necessarie opere di bonifica.

  • Il traffico automobilistico indotto dal nuova insediamento provocherà ,secondo il piano presentato,un aumento del 27,1% nella giornata di sabato e del 18,4% in quella di domenica, considerata la somma dei due interventi- Ghigliazza e Piaggio- ci si chiede come si possa arrivare a simili conclusioni in assenza di un progetto definitivo per l’area Piaggio.
    Sempre relativamente ai trasporti, il piano ritiene di effettuare collegamenti “privati condominiali” verso Finale Marina senza tenere conto delle esigenze del progetto Piaggio, area attraverso la quale tali servizi privati dovranno transitare.

  • In relazione al progetto di realizzare una nuova spiaggia, si fa rilevare come l’ azione di depositare migliaia di mc di ciottoli di cava tra il muraglione della Statale Aurelia e il Beach rock -area SIC prospiciente l’intervento in oggetto – possa distruggere la fauna e la flora marina [lo stesso studio allegato al progetto indica un lungo elenco di animali e vegetali marini presenti nell’area ]. Infatti l’ ingente materiale depositato, alla prima mareggiata si sposterà naturalmente ricoprendo lo straordinario patrimonio naturale tutelato da una normativa europea e influenzando, ovviamente in modo negativo, anche l’altro delicatissimo SIC che si trova a circa 200 metri verso il largo.

  • In relazione ai vincoli ambientali e paesistici imposti dal DM 24-4-1985 e dalla L. 1497/1939, dal Vincolo Archeologico L.1089 del 1-6-1939, dalla Legge Quadro n° 394/1991 e dalla L.R. N°12/1995 sulle Aree protette, dalla L.R. 6-10-2009 n° 39 di tutela del Promontorio della Caprazoppa, della sua area Carsica (LR39/2009) ed alle norme riguardanti i SIC terrestri e marini che interessano l’area in oggetto, i VERDI ritengono tale area incompatibile con l’intervento edilizio proposto.

  • La realizzazione di un numero esorbitante di nuove“seconde case”, si sommerà a quelle prospettate per l’intervento edilizio sulle aree Piaggio e provocherà una pressione antropica, secondo i VERDI, non sostenibile dal territorio.

     

Leggi il nostro programma! Scaricalo subito!