Il TG1 parla di Varigotti e della speculazione

Approda anche la TG1 delle 20:00 una storia di cemento e sequestri in uno degli angoli più belli della Liguria
Il promontorio di Punta Crena e l’ adiacente Borgo Vecchio di Varigotti costituiscono il tratto di costa di maggior pregio della Liguria di Ponente. Il secoloXIX ha definito Varigotti il borgo più snob della Liguria, meta di vacanze per Hunziker, Herzigova, Vanoni, Cassano, Ferruccio De Bortoli, Andrea Agnelli ….
Negli anni ’60, in pieno boom edilizio sul promontorio di Punta Crena venne costruita una villa che non deturpava il pregievolo paesaggio circostante: villa Bardini era alta solo tre metri e nascosta dalla vegetazione. Villa Bardini attirò l’ attenzione nazionale su Varigotti con un servizio fotografico per una rivista nazionale di architettura
50 anni dopo, villa Bardini viene abbattuta per fare posto  ad una costruzione imponente  che compromette irrimedibilmente la bellezza del paesaggio circostante, e Varigotti ritorna all’ attenzione della nazione ma stavolta come simbolo del degrado e del brutto cemento.
guarda il video nella Finale Ligure TV 
Nonostante Punta Crena sia uno dei luoghi di maggior pregio paesaggistico, naturalistico e storico della Liguria tutelato dalla Comunità Europea come Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.), qui è stata inferta una profonda ferita al paesaggio.

La Società che costruisce la Pagasa Srl, con sede in Milano è di proprietà di una società Panamense con sede in Calle Aquilino de la Guardia,8.
La costruzione è attualmente sotto sequestro penale e l’ aspetto incredibile è che tale costruzione invasiva e ingombrante è stata concessa dal Comune di Finale Ligure perchè costituisce “un aumento di volume del solo 15%” rispetto al volume originario della villa.

Un 15% con un impatto sorprendente: un miracolo urbanistico. Su cui avevamo già pubblicato un video alcuni mesi fa. http://www.youtube.com/watch?v=E7q403krOyo ]

C’è da riflettere seriamente sul fatto che un incremento del 15% della volumetria consenta in realtà un ampliamento considerevole dell’ impatto. Prevedere nell strumento urbanistico un aumento del 15% consente una moltiplicazione del mattone che ricorda la più dissennata politica cementizia del savonese.

Nota Tecnica – sul 15% di aumento di volume

La sopraelevazione dell’edificio è stata concessa trasferendo la volumetria del piano seminterrato (esistente e regolarmente autorizzato come residenziale) al di sopra del piano terra (piano primo). Il nuovo volume ottenuto con tale sopraelevazione si è però sommato e non sostituito a quello del piano seminterrato, che ha solamente cambiato destinazione (box) ma non ha cessato di esistere.

Il Comune di Finale Ligure ha considera questa trasformazione NON aumento volumetrico, ritenendo l’originario piano seminterrato non più un volume edilizio. Tale considerazione desta perplessità perché se una porzione di fabbricato è stato considerato un volume edilizio a tutti gli effetti, tanto da conteggiarlo come volume esistente da rimpiegare nella sopraelevazione, non si capisce come, pur mantenendo le stesse caratteristiche, non venga più considerato volume edilizio nella nuova sistemazione di progetto. Il cambio di destinazione da abitazione a box non presuppone la “scomparsa” di tale volumetria, e nemmeno il cuscinetto di terra, artificialmente riportato di fronte al manufatto onde renderlo interrato, ne cambia la natura: infatti un manufatto non naturalmente interrato ma successivamente artificialmente interrato continua ad essere, legalmente, un volume edilizio a tutti gli effetti. 

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