GIU’ LE MANI DALL’ACQUA!

By 7 Agosto 2010 Acqua No Comments

Perchè l’ acqua non diventi proprietà privata, ma un bene di tutti, da gestire collettivamente, “Diritto di Tutti” e Strumento di Pace.

“L’acqua è vita, dono di Dio. Tutte le culture che hanno popolato la terra hanno sempre attribuito all’acqua l’origine della vita, conferendole un grande valore simbolico legato alla fertilità. La mitologia è ricca di divinità, miti, leggende, luoghi sacri riconducibili all’acqua e alla sua centralità nella vita dell’uomo.L’acqua grande madre, acqua che purifica, che feconda, che guarisce, che rigenera.Nel Corano “l’acqua non si può vendere, ma solo donare”Francesco l’ha chiamata “sorella”Dio chiede a Caino :”Dov’è tuo fratello”? E questi risponde:”Sono forse il custode di mio fratello?”A  ognuno di noi è affidato l’altro, la vita e la natura intera.All’umanità del XXI secolo cosa resta di tutto questo? Siamo lontani dalla poesia dell’acqua, dal senso della sua sacralità. Dovremmo riscoprirne il valore profondo che parte da una cultura ancestrale, da un sentire interiore…invece, per non averla rispettata e a causa della nostra ingordigia, ne abbiamo fatto uno strumento di potere, una merce su cui fare profitto e ci troviamo a fare i conti con la sete, creando ingiustizie, sofferenze  e disuguaglianze senza precedenti nella storia.Da anni svolgo attività nelle scuole per sviluppare nelle future generazioni questa cultura dell’acqua e la conseguente responsabilità personale e collettiva.  Il nostro Pianeta è costituito dal 70% di acqua ma solo l’ 1,5% è acqua dolce e peraltro questa non è distribuita inmodo omogeneo su di esso. Si pensi che il 60% delle fonti è localizzato in soli 9 paesi(tra cui Stati Uniti, Russia, Canada, Brasile e Indonesia); mentre altri 80 paesi (cheraggruppano il 40% della popolazione mondiale) subiscono una situazione di gravepenuria idrica.Il Rapporto sullo sviluppo umano dell’ONU  del 2006 dal titolo “Povertà e crisi mondiale dell’acqua” descriveva una situazione già allora allarmante: circa un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all’acqua potabile.Ogni giorno circa 30.000 persone, prevalentemente donne e bambini,muoiono a causa di malattie generate dall’acqua infetta. Una situazione non dissimile da quella che c’era in Europa all’inizio del secolo, da risolvere soprattutto con investimenti pubblici.Dove viene erogata acqua potabile, la mortalità infantile è diminuita del 20% e dove sono state costruite fosse biologiche, è diminuita del 30%.18 milioni di minori (bambine e ragazze) non hanno possibilità di accedere all’istruzione perché hanno il compito di portare l’acqua nei villaggi, nelle baracche. Ho visto personalmente comunità indigene in Centro America  morire a causa dell’acqua inquinata dalle piantagioni intensive e chimicizzate di mais e banane e costrette  ad attingere l’acqua fino a 30 km per trovarla non contaminata. Chi vive nella bidonville di Soweto, se non vuole veder morire i propri figli di diarrea, come quel milione e 800mila bambini che ogni anno muoiono in questo modo in questo nostro mondo, deve comperare il “boccione” di Bonacqua della Coca Cola che incide del 20-30% del suo reddito disperato mentre dall’altro lato della stessa strada , dietro un muro elettrificato con scritto “risposta armata” l’acqua scorre, innaffia odiosi prati all’inglese, campi da golf e cricket , piscine e giochi d’acqua per bambinoni bianchi di 40-50 anni.  Sempre più nel mondo si generano conflitti tra stati e/o tra comunità per l’accaparramento di questa risorsa così essenziale alla vita e si prevede che  le situazioni di crisi potrebberonotevolmente aumentare fino a destabilizzare intere aree geografiche.  Dovrebbe suscitare indignazione profonda constatare che l’ostacolo principale allarealizzazione del Diritto Umano all’Acqua non risiede nell’assenza nénell’inadeguatezza delle risorse finanziarie, né delle tecnologie. Questeesistono. Ciò che manca è la volontà politica e le scelte economiche e socialicorrispondenti. Diritto o bisogno?Se l’acqua non è più un diritto ma una merce, un affare di pochi, diventa un bisogno che ognuno si deve soddisfare da solo.Tra gli obiettivi del millennio, sempre rimandati, quello di portare l’acqua potabile alla metà della popolazione prevedeva fondi di 10 miliardi di euro l’anno: neanche la metà di quanto spendiamo in acque minerali. Meno della spesa che destiniamo a guerre e guerriglie in 5 giorni. Resterà nuovamente l’ennesimo impegno tradito Le ONG di cooperazione allo sviluppo insieme a numerosi missionari sono gli unici soggetti che se ne occupano in modo serio.
Abbiamo trasformato l’acqua in  un bene economico, una merce, il cui accesso viene regolato dal mercato e quotato in borsa come il petrolio. La nuova legge obbliga i comuni a privatizzare entro il 2011: espropria il pubblico dalla gestione del bene comune collettivo più vitale ed importante. Dalla sua emanazione, i titoli legati all’acqua  stanno salendo vertiginosamente.    L’ACQUA È VITA, E COME TALE È SACRA La raccolta firme per indire il referendum popolare, totalmente trasversale, promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, firmato già da molti vescovi, ha proposto di abrogare tre articoli di legge che prevedono la privatizzazione. (1)Sono state raccolte oltre  1.400.00 mila firme autenticate e valide.


 

Nulla a che fare con i partiti.Nessun appoggio dai media. E’ la gente comune che si indigna e che si muove. LE PERSONE COMUNI HANNO CAPITO CHE NELLE GRANDI QUESTIONI  (acqua, cibo, terra e territorio, finanza, armi, energia…) NON C’E’ PIU’ DIFFERENZA: nessuno schieramento ideologico, ma puro interesse economico-finanziario di pochi. Il referendum sarà ostacolato e censurato: stanno già pensando come fare per scongiurare questo pronunciamento popolare delle masse e sarà una grande sfida per la democrazia. CORAGGIO!

 

Nella serata di formazione promossa dalla diocesi di Savona Noli (Pastorale sociale del lavoro, pace,giustizia e salvaguardia del creato,della quale faccio parte) lo scorso mese di aprile a Savona, i due esperti (uno pro e uno contro la privatizzazione) invitati al confronto sono arrivati all’univoca conclusione che la gestione privata di un bene comune vitale è insostenibile eticamente e che essa non garantirebbe più efficienza, qualità, solidarietà, risparmio idrico. L’ ACQUA è divenuta oggi un TERRITORIO DI CONQUISTA per le multinazionali e le potenti oligarchie mondiali che premono da tempo sui politici chiedendo di privatizzare l’acqua, renderla universalmente una merce, dare in concessione le sorgenti per pochi centesimi al litro, permettere loro di mettere l’acqua dei rubinetti in bottiglia e rivenderla mille volte tanto, agevolare il formarsi di holding capaci di andare alla conquista dell’acqua nei paesi poveri e rapinare loro la più strategica delle risorse: più di 6miliardi di consumatori obbligati. Premono per formare nuove imprese multiutility che gestiscono mondialmente acqua, gas, rifiuti, energia elettrica, telecomunicazioni, informazione, cimiteri, mense, sul modello di Vivendi, Suez, Lyonnaise, ecc. La politica abdica così ad ogni sua funzione, dando vita al più grande business del secolo.  L’ACQUA  può e deve diventare un “DIRITTO DI TUTTI”. Vorrei che la mia diocesi e il mio comune si facessero promotori presso la Regione e lo Statoperché L’ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE SIA RICONOSCIUTO COMEDIRITTO FONDAMENTALE DELLA PERSONA nelle sedi internazionali.Poiché abbiamo non solo il diritto ma anche il dovere di agire per contribuire allosviluppo di una società fondata sul diritto alla vita, così come alla partecipazione ditutti i cittadini al governo dell’acqua e al suo utilizzo responsabile e sostenibile. La solidarietà delle nostre città, delle nostre chiese, di tutti noi, dovrebbe andare anche alle donne, che ovunque guidano la lotta per il diritto all’acqua; ai bambini e alle bambine , che più di tutti soffrono la cattiva gestione dell’acqua, ai popoli devastati dalla guerra; alle popolazioni vittime della privatizzazione dell’acqua. Invoco la FAME  e la SETE di giustizia, invoco più coraggio. Non possiamo più servire Dio e mammona Tiziana Bonora  L’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”L’art. 150 (Scelta della forma di gestione e procedure di affidamento) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”Il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”                                              Per maggiori informazioni:    www.acquabenecomune.org

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