IMMIGRATI: parte di una comunità o una comunità a parte?

By 8 Maggio 2009 Italia No Comments

 

L’Altro ci interpella ogni giorno

L’Altro ci mette in cammino.

L’Altro ci converte, ci guarisce. E’ il volto che ci chiama a rispondere (respons-abilità)

Noi siamo unici, insostituibili, ma non possiamo vivere senza gli altri. Siamo RELAZIONE.

La spiritualità può essere il motivo fondamentale per cui riconosciamo nell’altra persona un fratello, un soggetto che ha diritto di vivere la sua pienezza: purtroppo oggi è dono di pochi e non sempre è prerogativa del mondo cattolico: spesso ne è più ricco chi si professa “ateo” ma ha fame e sete di GIUSTIZIA, è mite, generoso …

CHE COSA POSSIAMO FARE NOI OGGI per costruire relazioni VERE con i “nuovi altri”, sempre più numerosi e diversi? Cosa scegliamo, cosa cogliamo? Cooperazione o competizione?Convivialità o conflitto? Fiducia o paura? Risorsa o problema?

Sta a noi, alla nostra capacità di fare verità in noi stessi: siamo tutti chiamati in causa, ogni attimo, in ogni luogo, in ogni incontro, in mille modi, anche e soprattutto con le leggi. Dobbiamo essere onesti e veri, esigere verità: non farci condizionare dalla cultura dominante che è una cultura di difesa, sospetto, paura, pregiudizio, stereotipo.

Oggi assistiamo in silenzio a provvedimenti governativi che violano i diritti di migliaia di persone discriminate in base alla loro nazionalità o condizione sociale.

Mi preoccupa la degenerazione sempre più diffusa nel nostro tessuto sociale, sempre più attratto da miti di successo, ricchezza, forza, efficienza, estetica, potere … e da slogans come ”tolleranza zero” .Queste tossine iniettate nella società proliferano e stanno producendo effetti sottili e devastanti.

Non sfruttate né opprimete lo straniero, perché voi stessi siete stati stranieri in Egitto” Es.22,20

Dividiamo il mondo e gli uomini secondo i nostri criteri per erigerci a giudici su di loro. Non sappiamo più coltivare in noi stessi tenerezza, accoglienza, reciprocità.

QUALI AZIONI SERIE stiamo proponendo per far fronte ai problemi dell’immigrazione?

Vediamo in che direzione stiamo andando.

 

Un bellissimo reportage di Repubblica racconta la storia di un giornalista che si traveste da immigrato nel mercato ortofrutticolo di Milano: guadagna 2 euro e mezzo al giorno.

In Italia gli immigrati versano allo Stato (fisco) 3 miliardi e 700 milioni e ricevono in cambio servizi per 800 milioni.

L’INPS prende dai contributi degli immigrati 5 miliardi e dà in pensione solo l’1 per cento di questa cifra.

E c’è chi li vorrebbe spedire nei loro paesi d’origine…..Le rimesse degli immigrati all’estero sono spesso la voce del bilancio delle entrate più consistente.

Oggi arrivano sulle coste d’Europa neppure il 4% dell’enorme massa migratoria che fugge dai propri territori per povertà, guerre, degrado ambientale, diritti negati…Si parla di 20 milioni solo di profughi “ambientali “nel mondo…

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – 10 dicembre 1948 – è carta straccia

La FAO stima in quasi un miliardo (963 milioni) gli affamati nel mondo 2008: 40 milioni in più rispetto al 2007. Stiamo parlando del 14% della popolazione mondiale.

Negli anni settanta/ottanta i paesi ricchi si erano impegnati a destinare l’1% del PIL (Prodotto Interno Lordo) all’aiuto pubblico allo sviluppo, cioè alla solidarietà e alla cooperazione. Oggi questo 1% è diventato lo 0,1%. In Italia la finanziaria prevede di ridurre gli aiuti da 733 a 321 milioni di euro, quando già il governo precedente aveva tagliato i fondi destinati alla cooperazione del 50%. Sono cifre del Ministero Affari Esteri: siamo il fanalino di coda insieme agli USA (dove però il neo presidente Obama ha dichiarato che la cooperazione allo sviluppo sarà una priorità). Questi 321 milioni sono ulteriormente da ridurre:

solo 9 milioni dei 321 sono devoluti a progetti promossi dalle Organizzazioni non Governative, 80 destinati alle Nazioni Unite, tutto il resto è destinato a progetti per la costruzione di istituzioni bilaterali nei paesi in via di sviluppo.

Ancora una volta rafforziamo sempre e solo un’istituzione: il Ministero della Difesa. Quello che era già un mortificante e ridicolo aiuto allo sviluppo diventa armi, odio, paura, lotta di tutti contro tutti. Nel 2009 spenderemo ben 24 miliardi di Euro!

 

Il “guerra all’immigrazione clandestina” del Governo passa dai CIE (Centri di identificazione ed espulsione – ex Cpt) che vogliono essere un chiaro messaggio: chi arriva clandestinamente sarà rinchiuso nei centri . Se poi i centri funzioneranno male e costeranno un capitale, è secondario. Un business di centinaia di milioni di euro.

Persino l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) scrive a proposito dell’Italia nel suo ultimo rapporto: “E’ evidente e crescente l’incidenza della discriminazione e delle violazione dei diritti umani fondamentali nei confronti della popolazione immigrata nel paese. Persistono razzismo, xenofobia nei confronti degli immigrati, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, compresi i Rom. Chiede al Governo di intervenire efficacemente il clima di intolleranza e per garantire le tutele ai migranti, a prescindere dal loro status”.

Lo sapevate? I nostri organi “di informazione” non si sono preoccupati di renderlo pubblico ….chissà perché…?

Un tempo ci dicevano che il pianeta era diviso in due parti: quelli che non dormivano perché avevano fame e quelli che non dormivano per paura di quelli che hanno fame. E se invece di armarci, se invece di costruire nuove basi come a Vicenza, portassimo PANE, GIUSTIZIA, DIRITTI?

Per quanto riguarda invece il nostro territorio, le politiche locali per l’immigrazione, è importante agire sui due fronti.

INTERNAZIONALE : un Comune può essere soggetto di “politica estera”. Gli aiuti allo sviluppo per micro-progetti (la cooperazione decentrata, auspicata e sostenuta anche dalla legge Regionale) può essere VITALE in moltissime aree del mondo, specie laddove si creano rapporti di gemellaggio e reciprocità, allargando i nostri confini e concetto di comunità.

LOCALE: politiche di integrazione (incontri, festa dei popoli, una consulta formata da esponenti di ogni paese…), potenziare lo sportello del cittadino con addetti alla mediazione culturale dove fornire informazioni utili e fondamentali sui servizi, documenti, carte, permessi…in rete con la caritas, i sindacati, il distretto socio-sanitario, gli uffici comunali, potenziare i luoghi di aggregazione e di idee.

Leggi il nostro programma! Scaricalo subito!